95. Analgesico notturno

E niente; ricordo quando, su quella panchina, rubavo il profumo dei tuoi baci e mi sussurravi “ti amo” in tutte le lingue del mondo. Gridavi impaziente il tuo amore, tra le mie promesse bugiarde e le tue speranze tradite. Mi dicevi, accarezzandomi, di pensare solo a te; di lasciar fuori il mondo amandoci tra gli alberi di quella Villa. Ti tenevo sulle mie gambe perso nei tuoi occhi e come un lupo affamato ti provocavo mordendoti e baciandoti il collo. Tiravi indietro la testa e godevi di quei rapidi baci, pensando -chissà- d’esser dentro un sogno. E sogno lo era per davvero: ché non ho resistito a baciarti poi le splendide labbra. Un bacio, due baci, dieci baci. Ore ad assaporare i tuoi baci e il tuo caldo respiro. Ti ho amata quel pomeriggio. Ti ho amata su quella panchina. Ti ho amata sapendo che sarebbe finita: ascoltavamo dalle cuffiette la tua canzone preferita e non avevo coraggio nel dirti che ci saremmo presto svegliati. Ma poi s’è fatto tardi e m’hai costretto ad alzarci. Camminavi davanti; così t’ho preso per i fianchi e girandoti t’ho baciata, ricordi? Ridesti nel dirmi che non c’era più tempo e il treno sarebbe partito. Nella metro m’hai chiesto un pegno d’amore: un bacio davanti a tutti, incuranti di tutto. Te ne ho rubato un altro e poi un ultimo sul treno.
Ma il treno se ne è andato e il mio amore con lui. Perché era troppo bello per essere vero e tu troppo bella per non essere un sogno. Alla fine della Fiaba, mia cara, tu sei la principessa ma io solo un inetto.

54 pensieri su “95. Analgesico notturno

  1. sarà che è un periodo in cui ho la lacrima facile ma mi hai fatta commuovere.
    i ricordi di quegli amori che sono durati un’ora, un pomeriggio, un giorno, una settimana…chissà perchè sono sempre quelli che ti rimangono più impressi.

  2. Ti sarai mica svegliato pure tu scoprendoti scarafaggio? Non mi diventare come kafka eh? Mi fa piacere che tu sei uno di quei pochi ancora capaci di un’emozione così forte com’è l’amore. Spero che la tua favola si realizzi un giorno :)

  3. meeva2013 ha detto:

    Mi hai riportato alla mente i ricordi dei baci adolescenziali, degli amori lunghi il tempo di una giornata e delle farfalle nello stomaco.
    Grazie, te ne sono grata :)

  4. Bella. Io userò tanti punti esclamativi per esprimere emozioni, ma tu quante volte l’hai baciata questa bellezza rara? Tanti baci, tanto amore, parole dette e non dette e poi…. te lo sei fatto scappare. Ovviamente scherzo. Ciao

  5. Cosa mi son persa?
    Uh, le stazioni, credo sian state create per le storie d’amore, gli addii e gli arrivederci, o gli abbracci scendendo dai binari. Automaticamente partono i viaggiono alla Sliding Doors, e nelle teste abbandonate sui finestrini si creano infiniti universi paralleli -non è bellissimo?
    E dunque dici che è persa davvero, questa bellezza?

    Eh, sarebbe bello non lasciarsi mai, ma abbandonarsi ogni tanto è utile..

  6. Posso dire? Uno dei finali di storie più belli che abbia letto da un po’ di tempo a questa parte. Posso immaginare che nella realtà la fine del racconto sia stata più tagliente, ma se mi permetti, è un finale che -almeno da leggere- è come prendere una boccata d’aria.
    Poi la verità della realtà è tutta un’altra storia.

  7. Può darsi,ma se condite bene,fanno la differenza.qualche volta,solo qualche volta.(fa bene girarlo eterno per un minuto,meno di quello l’amore non e’niente).

      • Se mi leggi lo sai come sto. Se no ti faccio un breve riassunto.
        Incasinata, con la testa in mezzo a qualche tsunami che poi riduco a pioggia estiva se no non riesco a fare tutto quello che devo, col sorriso in bocca sempre che penso mi verrà una paresi ma piango anche moltissimo, di solito in bagno, chissà poi perchè si piange sempre là.
        E aspetto di prendere un volo e una serie di altre cosucce ma so che t’annoierei, e niente mi sono detta ma non che punto mò vuole fare che s’è svestito della virgola ed è solo punto e basta.
        cosa dobbiamo fare per farti scrivere? canzone a squarciagola tipo in ginocchio da te o cos’altro?
        (non dico mille parole, così se capita anche meno di mille. trecento abtture che ne dici ?:-) )
        (grazie di avermi chiesto come sto e ricambio la domanda non per dovere ma per piacere di saperlo)

      • In realtà, è proprio perché sovente ti leggo che t’ho chiesto come stai. Ammetto di non capire molte volte quel che dici… Come se ci fosse bisogno di un dizionario o traduttore che ancora non possiedo.
        Sono arrivato ad un punto della vita in cui ho bisogno solo di semplicità; senza apparenti inutili complicazioni, manierismi o sovrastrutture linguistiche.
        Io sto così come dovrei e come necessita il mio status sociale: chiuso a casa a studiare, annoiarmi, maledire le belle giornate e il sole.

      • I miei non sono manierismi nè sovrastrutture. e tanto meno apparenti inutili non so che. ma mi diverte pensare che qualcuno pensi, quando e se capita, che sia così, dico davvero e senza provocazione alcuna che mai ti porterei. E’ un modo di dire il mio.
        Come i proverbi. Ma non devono piacere per forza, non è mia intenzione, anzi. Studiare arricchisce, quindi nel mentre del tuo maledire, pensa che fa bene, nel dopo. Ma è un mio pensiero, quindi conta come il jolly. mutevole.G.

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